La ragazza del treno – Recensione

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La ragazza del treno

Paula Hawkins

Edizioni Piemme (2015)

Ho cominciato a leggere La ragazza del treno di Paula Hawkins un sabato sera di metà Novembre. Ero in un locale del centro, e la musica era talmente alta da costringermi a gridare e scimmiottare per farmi capire (più di quanto noi italiani non siamo già abituati a fare). Così, per evitare di perdere le corde vocali, ho cercato di intrattenermi scuriosando tra le foto e le applicazioni del cellulare. Per puro caso ho trovato questo titolo tra i libri (ebook per la precisione) che avevo scaricato e non ancora letto. Tengo sempre un libro di scorta sul cellulare nel caso dovessi trovarmi in situazioni come questa, in cui non è possibile o non mi va di interagire con il mondo circostante.

Fin dalle prime righe, è stato amore a prima vista, tanto che in una settimana avevo già terminato la lettura. Vi svelo soltanto le prime righe:

Vicino alle rotaie c’è un mucchietto di vestiti. Un indumento azzurro, sembra una camicia, arrotolata insieme a qualcosa di bianco. Potrebbero essere stati buttati tra gli alberi lungo il terrapieno dagli ingegneri che lavorano a questo tratto di linea e che passano di qua molto spesso. Ma potrebbe anche trattarsi di qualcos’altro.

Dapprima ho conosciuto Rachel, la protagonista, un’ubriacona scottata dalla vita che non riesce a trovare una ragione abbastanza forte che la convinca a rimettersi in carreggiata, o meglio, sui binari giusti. Un po’ mi stava antipatica sulle prime, perchè le persone che bevono (troppo) non mi piacciono affatto; col tempo e con la conoscenza, ho iniziato a tifare per lei e rimanevo delusa ogni volta che deludeva anche se stessa. Alla fine del libro avevo imparato a capirla, ad immedesimarmi e a non giudicarla.

Rachel fa la pendolare da Ashbury a Euston tutte le mattine, e il treno si ferma sempre a metà strada, al rosso del semaforo di Witney. Rachel inganna l’attesa scuriosando tra le case al di là della ferrovia, inventando nomi e storie per gli abitanti di quei posti, e pian piano comincia ad affezionarsi ai racconti della sua immaginazione. I viaggi in treno sono un po’ la metafora della sua vita di pendolare tra la realtà e il limbo in cui viene trascinata dall’alcool; è talmente tanto sballottata da una dimensione all’altra, da non riuscire quasi più a distinguerle.

Poi, d’improvviso, la monotonia della quotidianità viene spezzata da una vicenda che sbaraglia le carte delle sue storie immaginarie; e poi ancora un giallo, una sparizione, forse una fuga o un omicidio, amanti, trame che si intrecciano e indagini lacunose, che spingono Rachel a reagire e a riprendere il controllo della propria vita, anche se è continuamente attanagliata dal dubbio che sia tutta una menzogna.

Il racconto scorre veloce e salta dalla protagonista agli altri due importanti personaggi femminili della storia, Anna e Megan. (Occhio a non confonderle mentre si legge: ogni capitolo è contraddistinto dal nome del personaggio che sta per raccontare la storia dal proprio punto di vista).

Ogni personaggio è ambiguo; prima lo odi e ti convinci che è il cattivo della situazione, poi le vicende corrono e ribaltano ogni tua convinzione, un po’ come succede a Rachel nel suo costante tira e molla tra ciò che crede di sapere, e ciò che realmente sa.

Finale inaspettato e non scontato.

Queste sono le frasi che ho evidenziato perchè mi hanno dato qualcosa, che sia un’emozione o solo un ricordo che era già mio ma che avevo lasciato in un angolo a prendere polvere.

1° Citazione:

– “Non so come facciano le altre: il tutto si riduce ad “aspettare”. Aspetti che un uomo torni a casa e ti dia il suo amore. E se non ci riesci, ti guardi intorno e cerchi delle distrazioni”.

2° Citazione:

-“Lui dice che devo imparare ad essere felice e che devo smetterla di cercare il mio benessere fuori da me.”

3° Citazione:

-“…riteneva che la nostra vita fose bella anche sena figli. Siamo felici, non faceva altro che ripetermi, perchè non possiamo continuare così? Alla fine si è stufato di me: non riusciva a capire come si possa soffrire per la mancanza di qualcosa che non si è mai avuto. Mi sentivo sola nella mia disgrazia.”

Buona lettura 😉

13 pensieri su “La ragazza del treno – Recensione

    • ilblogsenzafaccia ha detto:

      Non che io lo sia! Figuriamoci 😅 semplicemente mi va di raccontare cosa ho trovato interessante in un libro e cosa no. però lo faccio perché a mia volta trovo spesso più utili le recensioni spassionate di lettori come me, piuttosto delle recensioni dei lettori “seriali”, che divorano (per hobby o per lavoro) un libro dietro l’altro. Io ho pochissimo tempo da dedicare alla lettura, quindi quando mi ci metto, voglio essere sicura che sto andando a leggere qualcosa per cui valga la pena lasciare da parte molto altro 😋 leggendo la tua recensione, mi verrebbe voglia di approfondire la conoscenza del libro 😉

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