Hai lasciato o sei stato lasciato? Ecco alcuni atteggiamenti da evitare per non perdere la propria dignità.
Questo vuole ovviamente essere un post semi-serio su una calamità che affligge molti, sia in prima persona che in qualità di spettatori passivi: la fine di una relazione e le sue conseguenze.
Sì, perché quando qualcuno che conosci lascia o viene lasciato, te ne accorgi subito anche se non te lo ha detto nessuno. E non è sesto senso. Basta essere un assiduo frequentatore di Facebook o Instagram per notare che i post che Michela pubblicava fino a qualche settimana prima hanno subìto una trasmutazione genetica, evidente anche allo sguardo meno attento. Le foto che la ritraevano abbracciata “all’amore della sua vita” e le frasi sdolcinate con l’emoji dagli occhi a cuoricino, sono improvvisamente state sostituite da foto con capezzoli in evidenza (con aforismi del tipo “Ogni volta che lasci decidere il cuore, stai compiendo la più bella follia” nella didascalia) e post che inneggiano alla ritrovata libertà (e alla conseguente ritrovata voglia di fare la conoscenza di nuove “alabarde spaziali”). Se 2 + 2 fa sempre 4, la risposta è scontata: Michela ha lasciato il suo Riccardo e non si cura minimamente di quanto lui possa star male nel vederla così lasciva di fronte agli occhi critici della gente. Se non altro, Riccardo avrà modo di porsi alcune serie domande sulla natura della persona che aveva accanto.
E quindi veniamo a lui, il Riccardo della situazione, quel ragazzone che non parla mai con nessuno e che puoi incontrare soltanto il giovedì sera a calcetto perché lui è uno di quelli che:”i social sono il demonio! Non capisco come la gente possa passarci tutto quel tempo!”. Ma guardalo adesso che è stato lasciato dalla fidanzata: ha aperto contemporaneamente una pagina Facebook e una pagina Instagram. Pubblica foto imbarazzanti che lo ritraggono nello sforzo di sembrare felice, mentre fa cose che fino a qualche settimana prima non avrebbe mai neanche immaginato. A causa del dolore che sta provando, sente di odiare il genere femminile, e ripete come un mantra che d’ora in avanti per lui le donne saranno soltanto premi da collezionare. Crede di apparire spavaldo, giovanile e audace, ma risulta soltanto triste, ridicolo, e insopportabilmente goffo.
Michela e Riccardo stanno dando libero sfogo alla loro natura, oppure stanno soltanto cercando di costruirsi una bolla in cui sentirsi al sicuro dagli sguardi carichi di pietà delle persone che gli stanno intorno. Si stanno lasciando trasportare dai flutti agitati delle loro anime in subbuglio, decisione sacrosanta e assolutamente non discutibile. Il problema è che stanno dando in pasto ai social la loro debolezza (leggerezza), e molto probabilmente se ne vergogneranno moltissimo fra tre mesi o cinque anni.
Il problema resta loro, direte. Fino ad un certo punto, dico io.
Prendiamo ad esempio Michela: il fatto che usi il proprio corpo come mero oggetto “drizzabanane”, a me in quanto donna fa girare non poco le balle. Certo non posso impedirle di fare col suo corpo ciò che crede, ma di sicuro so che quello che a lei sembra un atteggiamento divertente e stimolante, non fa altro che rafforzare il terribile preconcetto secondo il quale una donna non è altro che un ammasso di forme lussuriose, riempite da un’anima porca e viziosa. Quindi, al di là della sua dignità che a mio parere va un po’ a farsi friggere, c’è senza dubbio un messaggio più profondo che va a fomentare proprio quella malsana idea che la società odierna ha delle donne e che fatichiamo così tanto ad estirpare. Il discorso sarebbe ancora lungo, ma eviterò di tediarvi con ulteriori polemiche in merito, mi basta aver reso il concetto.
Anche Riccardo dà decisamente un cattivo esempio; cattivo esempio che, ahimè, peserà sempre molto più di mille buone parole. Lui passerà da coglione, d’accordo, ma ancora una volta saranno le donne ad avere la peggio, passando per le “stronze” della situazione che lasciano senza curarsi del cuore altrui, passando per quelle a cui ci si può indirizzare con termini come “troia” o “puttana”, passando per quelle a cui si può urlare di tutto mentre camminano per strada indossando una minigonna.
Per l’uomo e per la donna, ancora oggi, esistono due pesi e due misure. Sembra assurdo doverlo ribadire nel 2018, eppure la società continua a lanciare segnali del tutto discutibili: la strada è ancora lunga, e ogni minuscolo tassello può essere d’aiuto nella costruzione di un mosaico ben più luminoso e positivo.
Non è cambiato molto il mondo. Prima si usavano gli amici comuni per far sapere all’ex di nuovi comportamenti e nuovi amori magari messi su ad arte perché l’altro/a si roda. Ora si usa la vetrina-palestra-mercato dei social, ma il modo e lo scopo non sono cambiati.
Comunque io penso che sia un problema esclusivo della coppia in questione, che abbiano atteggiamenti patetici, antifemministi, carnali o spirituali riguarda solo loro.
ml
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Su quest’ultima parte non concordo molto, forse perché in quanto donna mi vergogno di certi atteggiamenti lascivi che portano la società a pensare alle donne come a dei meri “oggetti” di piacere. Frasi come “voi donne siete tutte uguali” riecheggiano in ogni dove continuamente, e parte della colpa credo di doverla dare proprio a noi donne. Quando vogliamo, pretendiamo il rispetto. Altre volte, mettiamo in mostra una coscia o una scollatura soltanto perché sappiamo di ricevere “like” e consensi. È un atteggiamento bambinesco e stupido, che nuoce a tutto il genere femminile (a mio avviso), non soltanto a chi lo applica.
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È evidente che almeno in parte hai ragione: giusto indignarsi, ma con un certo distacco perché tu non sei come loro (il tu è generico). Permettimi un parallelo: oggi ricorrono i 75 anni dal rastrellamento e deportazione degli ebrei di Roma, la pagina più abbietta della nostra storia. Io me ne vergogno come italiano e mi indigno per certi comportamenti attuali che ricalcano quel clima, ma contemporaneamente me ne distacco perché razzismo e antisemitismo non avranno mai presa su di me.
(scusa la lungaggine e forse alla fine ho dato più ragione a te che a me!)
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Ci sono confini più o meno sottili in ogni ambito, e non mi sembra che (noi esseri umani) siamo sempre in grado di capire quando li oltrepassiamo. Il fatto però di vedere gente che certa gente non ci pone neanche un briciolo di attenzione, mi manda ai matti! Perché per l’atteggiamento sbagliato di pochi poi ci rimettono in tanti, e relativamente a questo concetto, il tuo esempio è decisamente calzante!
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