Normalmente si sente parlare di invidia soltanto in relazione “agli altri”. Pare che siano sempre questi “altri” ad essere invidiosi di noi e dei nostri successi, ad essere sempre in attesa di un nostro passo falso. Mai una volta che qualcuno ammetta di essere invidioso.
Ebbene, io lo ammetto, adesso, qui, davanti a chi mi leggerà.
Adesso sarà scontato (e probabilmente automatico) per molti di voi pensare che sono una cattiva persona. Be’, non importa se questa ammissione può essere il punto di partenza per la mia “guarigione”.
Di invia non si parla mai in termini positivi, perché è ritenuto un sentimento socialmente inaccettabile; eppure si tratta di un sentimento molto naturale e primordiale, che non si può comandare.
Non che io sia felice quando la sento nascere dentro e bruciarmi lo stomaco; ma sto imparando a considerarla come una sorta di indizio che può portarmi a capire cosa c’è dentro di me che non va e che ha quindi bisogno delle mie cure.
Mi sono informata sulla rete e attraverso alcune letture, e ho scoperto che esistono sostanzialmente due tipi di invidia, quella depressiva e quella distruttiva. Io ovviamente vado per la seconda, ca va sans dire, e significa semplicemente che anziché deprimermi quando vedo qualcuno eccellere, mi abbatto e in più desidero che quella persona fallisca, perché se io non posso avere una tal cosa, allora neanche gli altri devono averla.
L’invidia può nascere spontanea addirittura nei primi 6 mesi di vita (legata al rapporto col seno della madre), ma più in generale è generata da profonde carenze affettive o da esperienze di deprivazione subite nell’infanzia. E’ senza dubbio indice di una forte insicurezza e di una bassa autostima (e qui vinco facile).
Non esiste un metodo schematico per “curarsi” da questo sentimento nocivo, ma la strada giusta da percorrere è seno dubbio quella della gratitudine. Capire ciò che di bello abbiamo e imparare ad apprezzarlo, è già un piccolo passo avanti verso la liberazione. Un passo avanti verso la costruzione di una più forte autostima.
Al di là delle “soluzioni” a questo male, per me è già complicato convivere con l’ammissione di colpa, con la consapevolezza di essere una persona invidiosa. Un senso di colpa gigante che si somma ad altre centinaia di sensi di colpa. Ovviamente non lo sono di tutti e tutto: molte delle cose che interessano la maggior parte delle persone, non mi toccano minimamente. Ma ce ne sono alcune, anche molto specifiche, che mi generano un’invidia ed una rabbia incontrollate, tanto da desiderare il peggio per la persona in questione. Lo so, è una cosa bruttissima, e più ne parlo più mi sembra terribile. Ma giuro che quando sento l’invidia montarmi dentro, faccio di tutto per ricacciarla giù, per diventare razionale e costringermi a diventare impassibile (visto che addirittura contenta non riesco ad esserlo). Questo mi fa sentire dannatamente in colpa, perché penso che dovrei essere felice per le vittorie altrui, visto che a me personalmente non tolgono niente. A livello razionale è tutto più semplice, se 1+1 fa 2 siamo tutti d’accordo e non c’è niente che possa smentirlo; ma quando si parla di sentimenti per lo più ancestrali, la faccenda è tutt’altro che razionale, e necessita di una maturità emotiva che personalmente non credo ancora di padroneggiare.
Vorrei davvero sapere se tra di voi esiste qualcuno come me. Qualcuno che pur apprezzando ciò che ha (perché amo i miei fratelli, perché ho un ragazzo incredibile, perché ho un lavoro stabile), non può fare a meno di provare questo senso di invidia quando vede che agli altri toccano fortune che non si meriterebbero affatto (perché magari non se le sono sudate, perché sono solo state fortunate, perché non sono “brave” persone). E sopra ogni cosa, vorrei sapere se tra di voi c’è qualcuno che è riuscito a superare tutto questo, lasciando a casa il buonismo e la retorica che non mi aiuteranno certo in questa impresa titanica.
Grazie per chi risponderà a questo appello disperato.
Ciao! Per fortuna non mi appartiene proprio, ma ti capisco perché anch’io ho cose simili irrazionali, una tra tante l’ipocondria 😅
Secondo me la cosa centrale è proprio anmettere questi difetti e accettarli, riconoscerli con oggettività, per cercare di placarli alla base, col tempo… come dici tu!
Sull’invidia l’unico suggerimento che mi viene in mente è quello di non fare paragoni, perché è sempre sbagliato e irrealistico… ognuno è un mondo a sé, con la sua storia personale, quindi anche i successi possono assumere valore diverso per ognuno! 🙂
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La cosa buffa è che razionalmente le so tutte queste cose, e me le ripeto come un mantra quando mi sale questo senso di invidia, ma quello ormai s’è fatto vivo senza che gli dessi il permesso e quindi son disperata perché non so come gestirlo. Immagino da dove possa nascere, ma non so come “curarlo”. Nel frattempo ti ringrazio tanto per il tuo contributo, qualsiasi punto di vista può aiutarmi ad ottenere una nuova chiave di lettura 😊
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Grazie a te! 🙂
Eh ti capisco benissimo! Anch’io rispetto alle mie fobie “so benissimo” che sono assurde o comunque che è sbagliato farsele, eppure non basta a non farmele 😀
Però ho notato che piano piano, con anni di attenzione ai meccanismi mentali e alle reazioni, un pochino alla volta va meglio… ma certo è il lavoro di una vita!
Poi credo sia impossibile cambiare radicalmente (magari è possibile se si cerca di cambiare proprio sé stessi in toto, ma la troverei una cosa ben peggiore dei vari tarli mentali)… punto più alla convivenza pacifica 😀
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Infatti sto iniziando a far caso a quando mi succede, e a domandarmi perché proprio in quel momento e in quella situazione, e già mi sento meglio perché mi sembra di riuscire a capire qualcosa in più ☺️ caratterialmente sono molto emotiva ed empatica, e l’invidia è proprio una cosa che non ci sta e che voglio sconfiggere, ci volessero pure trent’anni. Con tutti gli altri difetti ho imparato anche io a convivere….anche perché non basterebbero altre otto vite ad eliminarli tutti 😂😂
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Ahah idem per me xD
Vedrai che è la via migliore, ci vuole solo pazienza!
Poi già l’osservarsi “da fuori” fa capire che queste emozioni che ci attraversano non sono davvero nostre in un certo senso!
E continuando a osservare non ci identifichiamo più con esse… un po’ alla volta 😀
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Grazie per il supporto 😊😊
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😘😘😘
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Ho scritto un post sull’invidia tempo fa, nasceva dall’esperienza diretta che ne avevo fatto naturalmente e dalla “reazione” che ho deciso di vivere se e quando mi capiterà di provarla ancora. Non è una mia tendenza essere invidiosa ma capita, è umano come dici tu. Non provo un senso di colpa quando la riconosco, piuttosto rabbia verso me stessa, per quanto ancora “piccola” mi riconosco.
Ho scritto che l’invidia è indice di pochezza anche quando è appena sussurrata ma, come ogni cosa nel Buddismo, che può rivelarsi una chiave di volta nel nostro progresso spirituale. Sta a noi trasformare la sofferenza in gioia e possiamo farlo nel momento stesso in cui ci assumiamo la completa responsabilità di ció che proviamo. E lo scrivere.
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Esatto, io voglio assumermela quella responsabilità, perché non mi piace che le persone siano invidiose di me, e di conseguenza io non voglio esserlo nei confronti di nessuno. Oggi ho già fatto un primo passo, perché finché lo ammettevo a me stessa era un conto, ammetterlo invece di fronte a tante persone è stato un atto di coraggio che mi dovevo ma che mi ha provata abbastanza. Adesso non posso più nasconderlo, è scritto qui nero su bianco. Probabilmente a nessuno interesserà se non a me, ma è proprio il gesto in sé che spero mi dia la spinta verso il fondo, per capire le cause di questo disagio, e poi da lì risalirò, con i modi e i tempi che mi saranno più congeniali. Il Buddismo non lo conosco a fondo, però mi ha sempre affascinato: a differenza di molte altre correnti di pensiero, l’ho sempre trovato molto “saggio”, quindi terrò di buon conto il tuoi consigli. Grazie.
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😊
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Sì, sono un invidioso, lo ammetto, ma vorrei che tu non spargessi la notizia perché ho una reputazione di persona positiva, solare da conservare 🙂
La mia invidia si manifesta in due condizioni particolari: le sconfitte a scacchi, e allora dipende dal grado di simpatia dell’avversario se l’invidia è del tipo frustrante (senso di impotenza) distruttivo (con vera lite finale) o raramente costruttiva quando ammiro le mosse dell’altro e cerco di fare tesoro della sconfitta. E le salite ciclistiche in cui stanchezza e inferiorità di prestazione generano un furore verso chi sale meglio e magari mi sbeffeggia. Anche lì se il compagno più veloce è simpatico cioè non fa pesare la superiorità allora l’invidia diventa sana.
Non ho consigli da darti perché mi sono abituato a convivere con questo mio lato ombroso e non vivo sensi di colpa 🙂
ml
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Io non vorrei doverci convivere, non è un aspetto che si adatta bene con il resto della mia persona, e la cosa mi turba. Preferisco essere stronza quando lo voglio, e non invidiosa senza che possa gestirlo e a causa di problemi che mi sono stati causati in passato dalla mia famiglia. Ci lavorerò su, che tanto di tempo per arrendermi ne avrò (spero 😅). Ps: tranquillo, con me il tuo segreto é al sicuro 😎
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