Dannatissima invidia!

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Normalmente si sente parlare di invidia soltanto in relazione “agli altri”. Pare che siano sempre questi “altri” ad essere invidiosi di noi e dei nostri successi, ad essere sempre in attesa di un nostro passo falso. Mai una volta che qualcuno ammetta di essere invidioso.

Ebbene, io lo ammetto, adesso, qui, davanti a chi mi leggerà.

Adesso sarà scontato (e probabilmente automatico) per molti di voi pensare che sono una cattiva persona. Be’, non importa se questa ammissione può essere il punto di partenza per la mia “guarigione”.

Di invia non si parla mai in termini positivi, perché è ritenuto un sentimento socialmente inaccettabile; eppure si tratta di un sentimento molto naturale e primordiale, che non si può comandare.

Non che io sia felice quando la sento nascere dentro e bruciarmi lo stomaco; ma sto imparando a considerarla come una sorta di indizio che può portarmi a capire cosa c’è dentro di me che non va e che ha quindi bisogno delle mie cure.

Mi sono informata sulla rete e attraverso alcune letture, e ho scoperto che esistono sostanzialmente due tipi di invidia, quella depressiva e quella distruttiva. Io ovviamente vado per la seconda, ca va sans dire, e significa semplicemente che anziché deprimermi quando vedo qualcuno eccellere, mi abbatto e in più desidero che quella persona fallisca, perché se io non posso avere una tal cosa, allora neanche gli altri devono averla.

L’invidia può nascere spontanea addirittura nei primi 6 mesi di vita (legata al rapporto col seno della madre), ma più in generale è generata da profonde carenze affettive o da esperienze di deprivazione subite nell’infanzia. E’ senza dubbio indice di una forte insicurezza e di una bassa autostima (e qui vinco facile).

Non esiste un metodo schematico per “curarsi” da questo sentimento nocivo, ma la strada giusta da percorrere è seno dubbio quella della gratitudine. Capire ciò che di bello abbiamo e imparare ad apprezzarlo, è già un piccolo passo avanti verso la liberazione. Un passo avanti verso la costruzione di una più forte autostima.

Al di là delle “soluzioni” a questo male, per me è già complicato convivere con l’ammissione di colpa, con la consapevolezza di essere una persona invidiosa. Un senso di colpa gigante che si somma ad altre centinaia di sensi di colpa. Ovviamente non lo sono di tutti e tutto: molte delle cose che interessano la maggior parte delle persone, non mi toccano minimamente. Ma ce ne sono alcune, anche molto specifiche, che mi generano un’invidia ed una rabbia incontrollate, tanto da desiderare il peggio per la persona in questione. Lo so, è una cosa bruttissima, e più ne parlo più mi sembra terribile. Ma giuro che quando sento l’invidia montarmi dentro, faccio di tutto per ricacciarla giù, per diventare razionale e costringermi a diventare impassibile (visto che  addirittura contenta non riesco ad esserlo). Questo mi fa sentire dannatamente in colpa, perché penso che dovrei essere felice per le vittorie altrui, visto che a me personalmente non tolgono niente. A livello razionale è tutto più semplice, se 1+1 fa 2 siamo tutti d’accordo e non c’è niente che possa smentirlo; ma quando si parla di sentimenti per lo più ancestrali, la faccenda è tutt’altro che razionale, e necessita di una maturità emotiva che personalmente non credo ancora di padroneggiare.

Vorrei davvero sapere se tra di voi esiste qualcuno come me. Qualcuno che pur apprezzando ciò che ha (perché amo i miei fratelli, perché ho un ragazzo incredibile, perché ho un lavoro stabile), non può fare a meno di provare questo senso di invidia quando vede che agli altri toccano fortune che non si meriterebbero affatto (perché magari non se le sono sudate, perché sono solo state fortunate, perché non sono “brave” persone). E sopra ogni cosa, vorrei sapere se tra di voi c’è qualcuno che è riuscito a superare tutto questo, lasciando a casa il buonismo e la retorica che non mi aiuteranno certo in questa impresa titanica.

Grazie per chi risponderà a questo appello disperato.