Genitori tossici

Una delle cose più importanti che ho imparato a mie spese, è che le persone “tossiche” esistono e non sempre possiamo liberarcene facilmente. Spesso neanche ci accorgiamo quanto siano disfunzionali perché accecati dall’amore che proviamo per loro. È il caso, ad esempio, di fratelli o genitori, di colleghi o amici.

Vorrei precisare che ad essere tossica non è tanto la persona in sé quanto i suoi comportamenti: sono questi ultimi infatti a danneggiarci continuamente, e prendere fisicamente le distanze dalle persone in questione non sempre ci salva completamente da ciò che potrebbero fare.

Mi fanno ridere tutti quei guru che se ne escono con frasi filosofiche del tipo:”ognuno é artefice del proprio destino”, oppure “abbiamo noi la responsabilità di come reagiamo a ciò che gli altri dicono o fanno”. Se solo sapessero. Se solo avessero vissuto certe esperienze terribili sulla loro pelle, sono certa che non parlerebbero così. Certo, un fondo di verità c’è anche nei loro concetti, ma ho spesso l’impressione che non possano essere presi come assunti universali, veri in ogni circostanza.

Altrimenti, che vadano a spiegare a quella bimba di 7 anni che non deve rimanere traumatizzata nel sentire continuamente i genitori che fanno l’amore senza il minimo riguardo per lei che certe cose ancora non le può capire.

Che vadano a spiegare a quella bimba di 13 anni che deve avere stima di se anche se sua madre le ripete continuamente che è una stupida, una cretina, una buona a nulla.

Che vadano a spiegare a quella ragazzina di 15 anni che non deve sentirsi in colpa se la madre le urla che la casa è uno schifo, che deve badare ai fratelli dalla mattina alla e sera e farlo in silenzio, senza lamentarsi, a discapito della sua gioventù, dello studio, delle uscite con gli amici, dei suoi primi amori.

Che vadano a spiegarlo a quella ragazza di 17 anni che è artefice del proprio destino anche quando il padre la prende a calci e schiaffi solo perché è frustrato, o quando sua madre le lancia contro sedie e mestoli solo perché sta provando a ribellarsi ad una vita che non ha scelto; le spieghino che non glielo stanno imponendo a furia di mazzate e sensi di colpa.

Certo che ad ogni situazione è possibile reagire in maniera più o meno costruttiva, ma quando a farti del male sono le persone che più dovrebbero amarti, quelle che dovrebbero spronarti e proteggerti, allora la faccenda si fa molto più complicata a mio avviso.

Tutt’oggi mi sento in colpa per non aver saputo reagire a certe situazioni marce come frutta dimenticata per anni in un cassetto del frigo. Eppure non dovrei. Dovrei piuttosto sentirmi orgogliosa di come ho affrontato certe batoste, di come io sia riuscita a ripulire il sangue colato sul pavimento della cucina per tornare a sorridere ai miei fratelli qualche ora più tardi, di come io sia riuscita a salvarmi chiedendo aiuto ed andando in terapia, pur sapendo che quelle sedie nello studio della psichiatra non attendevano me ma quei genitori troppo ottusi per capire di avere un problema.

Ho paura di diventare a mia volta un pessimo genitore, una pessima madre violenta ed anaffettiva, ma continuo a ripetermi che non andrà cosí, perché ho chiaro ciò che non voglio essere e bado bene di starne alla larga, tipo Harry Potter col cappello parlante:”Non Serpeverde, non Serpeverde”. Eppure la paura non mi lascia mai.

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