La verità sul caso Harry Quebert – Una lettura avvincente!

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Io e la suspence viaggiamo decisamente su due binari paralleli che non si incontreranno mai: nel solo titolo ho già anticipato sia il titolo del libro che il mio spassionato parere in merito. Perché mai qualcuno dovrebbe quindi voler leggere tutta la manfrina scritta qui sotto? Un motivo in effetti non c’è, ma sono certa che, se qualche curioso come me ancora esiste, vorrà capire il perché del mio entusiasmo.

Premetto di aver soltanto “ascoltato” su Storytel il romanzo di Joël Dicker, letto ad alta voce da Gioele Dix (bravissimo). Il tempo di ascolto non lo definirei piccolissimo: 19 ore e 30 minuti. Ma nessun minuto è stato superfluo o scontato, e probabilmente l’aspetto che più ho apprezzato di questo giallo è proprio quello che riguarda la la struttura: è articolata, complessa, intrecciata, attenta.

A tenerci per mano durante un viaggio che ci conduce indietro e di nuovo avanti nel tempo, è il giovane scrittore Markus Goldman. Nella sconosciuta cittadina americana di Aurora, nel 1975, una ragazza scompare. Poi, nel 2008, quando tutti credevano che quel caso sarebbe rimasto ormai irrisolto, qualcosa sconvolge l’apparente tranquillità di Aurora e dei suoi cittadini, e l’America intera comincia ad interessarsi ad una storia che sembrava ormai dimenticata.

La storia di Nola Kellergan, appena sedicenne nell’estate 1975 in cui è scomparsa, torna prepotentemente a scuotere gli animi di chi la conosceva e a cambiare la vita di Markus Goldman, ormai da mesi alle prese con “il blocco dello scrittore”. Al tempo dei fatti, il suo amico nonché scrittore di fama mondiale Harry Quebert aveva soltanto 34 anni, e al termine di quell’estate rimasta indelebile nella memoria di Aurora, dette alla luce il suo romanzo più riuscito: “Le origini del male”.

Ma cosa ne è stato di Nola Kellergan? E cosa c’entra con lei Harry Quebert? I cittadini di Aurora sanno davvero così poco come raccontano?

Un passo dietro l’altro, Markus Goldman ci accompagna in un’indagine piena di colpi di scena, in cui niente viene dato per scontato. L’intreccio è talmente curato nei minimi dettagli, che già dopo un’ora di ascolto mi sono ritrovata a digitare su Google “la verità sul caso Harry Quebert si basa su una storia vera?”. Mi sono sentita meno stupida quando ho constatato che già migliaia di persone avevano fatto quella stessa ricerca. E non sono soltanto i “fatti” a scuotere il lettore, ma anche (e soprattutto) la psicologia dei personaggi che man mano vanno a dare corpo ad una storia che ha davvero dell’incredibile. Quindi, senza dilungarmi ulteriormente in particolari che potrebbero rovinare la suspence, tutto ciò che mi sento di dire è che consiglio vivamente la lettura di questo romanzo a tutte le persone dall’animo curioso, a cui piace restare col fiato sospeso e vivere con trepidante attesa il momento in cui finalmente, dopo una giornata di lavoro, tutto si ferma e ci si immerge nuovamente in un mondo a cui in fondo non avevamo comunque mai smesso di pensare.

Buona lettura!

Come fermare il tempo – Non chiamiamola Recensione

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Quando mi sono imbattuta nella copertina di questo libro, sono letteralmente rimasta folgorata. In un attimo stavo già sognando sulle note di “E’ una storia sai” della Bella e la Bestia. La clessidra, la rosa, i petali caduti: tutto mi riportava alla storia d’amore che preferisco in assoluto, con tanto di atmosfere fiabesche e potenti incantesimi.

E invece no. Niente Bella. Niente Bestia. Niente incantesimo. Niente bacio del vero amore. Va be’, mi son detta, magari è bello comunque…

Sarò onesta: non consiglierei questa lettura a tutte quelle persone che, come me, hanno pochissimo tempo a disposizione da dedicare alla lettura, e che quindi da quel poco tempo vorrebbero trarre il massimo godimento.

“Come fermare il tempo”, edizioni E/O, è la storia di Tom, un uomo apparentemente sulla quarantina che nasconde uno scottante segreto, tanto più scottante quanto più si va indietro nel tempo agli anni della ghigliottina pubblica e della caccia alle streghe. In realtà, nel momento in cui racconta, Tom di anni ne ha più di quattrocento, un cumulo di giorni forse troppo pesante per l’anima e le spalle di un essere umano semplice. Il racconto è un po’ ridondante, pieno di Flash Back e Flash-forward, che portano il lettore avanti e indietro nel tempo senza  sosta, senza un momento o un luogo che si possano definire casa. Porbailmente è un effetto voluto, come se la storia non fosse altro che un pretesto per far sorgere interrogativi che, forse, normalmente non ci porremmo: cosa succederebbe se potessimo vivere per sempre? come ci sentiremmo se le persone che amiamo invecchiassero normalmente mentre noi restassimo sempre uguali a noi stessi?

Seguendo il filone dell’onestà, mi viene da dire: chi se ne frega! E’ pura fantascienza. E’ come chiedersi cosa faremmo se avessimo i superpoteri. Preferisco impiegare il mio tempo, che a differenza di quello di Tom non è infinito, a farmi domande su questioni più vicine alla realtà. Ma può darsi che sia stata io a prendere male l’intento dell’autore.

Come se non bastasse, la curiosità iniziale si è spenta definitivamente quando l’ebook mi indicava che avevo letto il 65% del libro e ancora non mi era chiaro quale fosse l’obiettivo di Tom oltre a quello di ricordare passivamente le sue vite passate.

Andando sempre per ipotesi, mi viene da pensare che questa sospensione rifletta esattamente lo stato d’animo del protagonista, che davvero non sa cosa fare, dire o pensare della propria vita. Potremmo vederci molte correlazioni con la vita reale, perchè i dubbi di Tom sono presenti anche nelle nostre vite infinitesimemente più brevi, ma resta il fatto che arrivare in fondo al libro, per me, è stato estremamente faticoso, tanto che ho avvertito forte la sensazione di aver perso il mio tempo.

Quindi complimenti per la copertina decisamente accattivante, ma per me è no.

Nota positiva: c’è una frase che mi ha colpito molto, e che vorrei condividere con voi. Rispecchia decisamente un mio pensiero, o più precisamente un modo di affrontare la vita:

È la gioia più semplice, la più pura del mondo, penso, far ridere qualcuno a cui vuoi bene.

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Radiomorte – Recensione

Se vi piacciono le storie dalle trame ingarbugliate ma ben studiate, di quelle che vi portano a divorare il libro per arrivare velocemente alla fine e trovare finalmente il bandolo della matassa, allora non vi potete perdere Radiomorte di Gianluca Morozzi (edito Guanda – Narratori della Fenice).

Ho amato il ritmo del racconto e l’idea di utilizzare un narratore “speciale” che sbuca all’improvviso come una sorta di sorpresa omaggio poco prima che il pettine sciolga anche l’ultimo dei nodi.

Non ho trovato niente di scontato e prevedibile, e la cosa mi ha procurato un piacere che non provavo ormai da molti libri.

Ma veniamo al dunque: la famiglia Colla rappresenta per molti la famiglia perfetta. Fabio, il capofamiglia, è uno scrittore famoso che crede di aver trovato la formula per dar vita ad una famiglia davvero felice. Molti lo seguono e ammirano sognanti i sorrisi prestampati di sua moglie e dei suoi figli, ma qualcuno pare non essere d’accordo. Certi di dover affrontare l’ennesima intervista radiofonica, i Colla si troveranno a vivere l’esperienza più sconvolgente della loro vita; le premesse non sono le migliori: uno di loro dovrà morire, e saranno loro stessi a dover decidere chi, non senza aver prima confessato, a turno, il peggiore dei loro segreti, lasciando cadere ogni maschera.

Non voglio svelare di più, vi auguro soltanto una buona lettura!

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