Vi avviso: questo sarà un post un abbastanza polemico. A mia discolpa, posso dire soltanto che non si tratterà di una polemica sterile; la definirei piuttosto “propositiva”…o almeno così mi piace pensare.
Mi vado subito a spiegare. Ogni volta che durante il mio giorno di festa decido di restarmene a casa (per fare qualche lavatrice, suonare, leggere o semplicemente poltrire mentre guardo Netflix), non passano mai troppe ore prima che arrivi a pentirmene amaramente.
Dovete sapere che sono una persona poco tollerante nei confronti delle situazioni troppo chiassose (specialmente se protratte per lunghi periodi di tempo) e dei rumori molesti. Colpa mia e di nessun altro, ma tant’è, devo cercare di convivere col mondo circostante senza far vincere il mio istinto di piazzare una bomba e far esplodere tutto. Faccio questa precisazione per riuscire a spiegare al meglio il nervosismo che mi assale mentre sto leggendo tranquillamente, e salto letteralmente sulla sedia all’ennesimo urlo di Tarzan lanciato dalla mia vicina alle figlie di uno e 6 anni.
Io un po’ la capisco, perché gestire due bambine piccole non è proprio una passeggiata di salute, e quindi una bella sgridata come si deve, se fatta nei momenti giusti, è davvero quello che ci vuole. Ma quello che non capisco è come si possa riuscire ad urlare settecento volte al giorno, ogni giorno della settimana, senza alcuna interruzione. A dire il vero un giorno di risposo se lo prende: la Domenica, lo stesso giorno del Signore, perché il marito resta a casa dal lavoro e lei si guarda bene dal mostrargli il modo nient’affatto amorevole con cui sta crescendo le loro figlie.
Breve premessa: io ho cresciuto tre dei miei fratelli, che all’epoca avevano 2, 4 e 7 anni mentre io non ne avevo neanche 18. I miei genitori erano completamente assenti (per cause più o meno valide con cui non starò qui a tediarvi), e quindi so perfettamente che è difficile mantenere la calma, dare dei buoni insegnamenti e al contempo cercare di non impazzire mentre provi comunque a portare avanti i tuoi impegni e le tue passioni. Tanto di cappello a chi riesce a tener su tutto come il migliore degli equilibristi. Ma qui la faccenda è un’altra, perchè si parla di una madre esasperata e che non conosce altri metodi per farsi ascoltare, se non quello di urlare alle sue figlie dalla mattina fino alla sera (dalle 18 in poi la situazione fortunatamente si tranquillizza perché il marito torna da lavoro e il leone si trasforma magicamente in agnello).
Tralasciando la polemica diretta alla mia amorevole vicina (che comunque non fa mancare anche rumori decisamente molesti durante tutto l’arco della giornata, tanto da farti pensare che probabilmente in casa con lei vivano anche un elefante e un ballerino di tip tap), quello che mi domando è come sia possibile che la società sia in grado di formarti su qualsiasi cosa, tranne che sul lavoro più importante al mondo: quello del genitore.
E’ vero, probabilmente la maggior parte delle persone “fa del suo meglio”, ma ad oggi mi rendo conto che questo non basta. Il penoso risultato è sotto gli occhi di tutti: abbiamo a che fare con una nuova generazione che non ha più rispetto per gli adulti e per gli insegnanti, che non conosce più il valore dei soldi, della fatica, del lavoro. Non credo di dover precisare che non si fa di tutta l’erba un fascio e che fortunatamente esistono tantissime eccezioni, ma lo farò a scanso di equivoci.
D’accordo che non siamo tutti uguali (è piuttosto vero il contrario), d’accordo che ogni famiglia ha le sue caratteristiche, d’accordo che ogni nuovo nato è diverso da quello nato ieri e diverso da quello che nascerà domani, d’accordo che il contesto in cui si vive ha un’enorme influenza sul modo di pensare oltre che sui pensieri stessi; ma dico io: possibile non si riesca a dare ai bambini, futuri adulti e possibili genitori, qualche indicazione di massima su come tirare su una creatura senza farla diventare nociva per se stessa e per gli altri?
A volte rabbrividisco quando vedo coppie formate da individui totalmente avulsi dal mondo reale, che non sanno far altro se non postare video stupidi sui social e parlare di borse firmate e dieta. Sono individui che non hanno mai letto un libro, che quando in tv passa il telegiornale, istintivamente portano la mano al telecomando per mettere su “Uomini & Donne Over”. Individui che non sanno fare una moltiplicazione, che l’inglese “tanto a che mi serve, io vivo in Italia”; individui con cui non riesci a portare avanti una conversazione che non sia basata sul niente condito con Eau de Parfum e bollettini meteo. Sono quelle persone che aprono la bocca tanto per farlo, anche se nessuno glielo ha chiesto, anche se quello che dicono farebbe venir voglia di sperare nell’estinzione della specie. E ancora, sono quelle persone che fumano nei posti in cui non dovrebbero farlo, fregandosene altamente se le persone che li circondano non vogliono morire di cancro ai polmoni, quelle persone che buttano rifiuti dove gli capita, e che se la prendono sempre con gli altri perché il problema sono sempre “gli altri”.
Ecco, quando penso che individui del genere possano mettere al mondo un figlio in qualsiasi momento e soprattutto insegnargli chissà quali profondi valori e quali sane abitudini, allora rabbrividisco. Perché poi quando metti al mondo un figlio, ti senti un po’ Creatore anche tu, e quindi nessuno ha il diritto di dirti cosa dovresti o non dovresti fare: se hai il potere di creare, allora tutto ti è concesso.
Ci rendiamo conto che il futuro dell’umanità viene lasciato “anche” nelle mani di persone assolutamente incompetenti ed incapaci a crescere dei figli? Persone che possono fare danni enormi a cui spesso non si può porre rimedio?
Credo che dovremmo riflettere su questo problema, e cominciare a pensare a delle possibili soluzioni. Potremmo iniziare rendendo obbligatori (per chi fosse intenzionato a diventare genitore) dei corsi che consentano la comunicazione tra genitori e futuri tali, tra genitori e figli, tra tutti gli individui appena citati e psicologi, una sorta di gruppo d’aiuto ma anche di ascolto, in cui non necessariamente venga imposto un metodo: ognuno sarebbe comunque libero di recepire quello che vuole, e farne assolutamente il cavolo che gli pare.
Gli ottusi e i presuntuosi resterebbero tali, ma forse qualche piccola scintilla potrebbe accendere qualche fiammella e salvare il futuro di un solo bambino o dell’intera umanità.
Il discorso sarebbe davvero molto ampio e articolato, ma per adesso mi fermo qui e aspetto i vostri pareri e suggerimenti in merito. Da qualche parte dovremo pur cominciare 😉