Tag: selfie
Se solo…
Se solo fossi più bella…
Se solo fossi più magra…
Se solo fossi più alta…
Se solo avessi più seno…
Se solo avessi labbra più grandi…
Se solo avessi una fronte più alta…
Se solo avessi le gambe più affusolate…
Se solo avessi gli occhi chiari…
Se solo avessi i capelli ricci per natura, o se solo li avessi lisci per natura…
Se solo avessi più autostima…
Se solo avessi più coraggio…
Se solo guarissi dai problemi di salute…
Se solo capissi cosa voglio dalla vita…
Se solo avessi un obiettivo…
Se solo avessi pazienza…
Se solo riuscissi ad accontentarmi di ciò che ho…
Se solo fossi più decisa…
Se solo fossi ricca…
Se solo avessi più amici…
Se solo capissi i miei stati d’animo…
Se solo fossi più fortunata…
Se solo fossi meno egoista…
Se solo smettessi di punirmi col cibo…
Se solo smettessi di consolarmi col cibo…
Se solo smettessi di tenermi tutto dentro…
Se solo mi mettessi al primo posto…
Se solo avessi un dono speciale…
Se solo potessi cambiare il passato…
…allora sarei un’altra persona e non me. Eppure non vorrei essere nessuno che io conosca. Ma neanche me. Vorrei essere tutto ciò che non sono. Vorrei sperimentare altre vie per la felicità, quella felicità che al momento mi sembra preclusa. Ma la colpa non è di ciò che sono, ne tanto meno di quello che non sono.
Avverto distintamente il fruscio di pensieri cupi e pesanti che prendono lentamente vita da un angolo buio della mia mente; mi accorgo di nuovi punti di domanda che prima non c’erano e che come ombre crescono e s’allungano man mano che sfiorisce il giorno. In poco tempo tutto diventa scuro, anche le cose più belle e che a mente fredda non cambierei mai.
E’ in questi momenti che l’ego prende il sopravvento: teme che io possa soffrire ancora, e per far sì che io evada al più presto da questa gabbia di prepotenti pensieri, mi propone:”perché non ti fai una bel selfie (o semplice autoscatto) e aspetti che ti facciano un sacco di complimenti, a conferma del fatto che sei fantastica così come sei?”. Lui però non sa che per ottenere una foto quasi figa, mille altre devono essere scartate: respingo istintivamente le mille altre versioni di me che (sono convinta) “gli altri” non gradirebbero. E non è ancora più deprimente rendersi conto che soltanto una versione su mille ha passato l’esame finale (per il rotto della cuffia e con l’aiuto di Prisma, aggiungerei) ?
O ancora, non lo sa il mio ego (così come lo sa la mia coscienza) che ciò che gli altri pensano di me lascia un po’ il tempo che trova? Perché un’ora dopo, o al più tardi il giorno seguente, mi ritroverò ancora lì, immobile, irretita da quegli stessi cupi pensieri; perché per cercare l’approvazione “degli altri” non mi sarò mossa affatto dal baratro in cui mi sono lasciata trascinare.
E’ solo una foto
Ricordo questo momento perfettamente.
Era il 2015 e mi trovato in Polinesia, a Bora Bora, e più precisamente su una delle spiagge considerate tra le più belle al mondo, Matira.
Ovviamente non ero sola, ma era come se lo fossi. E questa foto, ritrovata per caso in una cartella del pc che non aprivo da anni, mi ha riportato alla mente quel periodo in cui mi convincevo di star bene e allo stesso tempo cercavo di convincere anche le persone intorno a me. Se gli altri avessero visto quanto ero felice, non sarebbe potuto essere vero il contrario. D’altronde avevo tutto ciò che avevo sempre desiderato, cosa mai poteva mancarmi?
E’ impressionante quanto una foto, un oggetto o un piccolo frammento possano travolgerti nel momento esatto in cui ti ci imbatti. Non hai il tempo di pensare o di decidere: è un attimo e sei già nel luogo dove magari vorresti tornare, oppure dove non vorresti essere stato mai.
Ricordo che i selfie iniziavano ad andare di moda, ma che allo stesso tempo mi creavano imbarazzo: quanto ego sconsiderato in una persona che non fa che scattare foto di se stessa? Quindi non volevo che sembrasse un selfie; piuttosto avrei voluto che la gente pensasse che avevo un compagno di viaggio che non poteva fare a meno di immortalarmi in foto bellissime con paesaggi mozzafiato come sottofondo. La realtà però era ben diversa: ero io la fotografa ufficiale, e l’obiettivo non faceva altro che passare da lui al paesaggio, dal paesaggio a lui. Chissà se se ne rendeva conto? Ormai non ha più importanza, o forse per me ne ha, perché finalmente sto provando cosa significa stare anche dall’altra parte della barricata: per quanto mi imbarazzi stare in posa o rivedermi fissata sulla pellicola, sento tutta l’importanza delle parole “ferma lì, voglio farti una foto”. E non è per la foto in sé, ne per quello che poi ne faremo. E’ per l’importanza di quel momento, di quell’attimo in cui ci stiamo dicendo:”è un paesaggio bellissimo, ma se ci sei tu lo è ancora di più”, oppure “voglio fare un video proprio adesso, mentre stiamo ridendo insieme, perché è un momento che voglio rivedere e custodire per sempre”.
Che poi quella foto o quel video non li veda nessun altro all’infuori di noi, poco importa.
Se a qualcuno non interessa immortalare con noi i momenti più belli, è il caso di domandarsi il perché?
Non lo so, probabilmente è soltanto una sciocchezza priva di fondamento, ma sotto sotto credo che qualcosa di vero ci sia.