Fai come il lanciatore di coltelli, che tira intorno al corpo. Scrivi di amore senza nominarlo, la precisione sta nell’evitare.
Distràiti dal vocabolo solenne, già abbuffato, punta al bordo, costeggia,
il lanciatore di coltelli tocca da lontano,
l’errore è di raggiungere il bersaglio, la grazia è di mancarlo.
Poesia di Erri De Luca
Buona idea proporre questa poesia, breve, precisa e utile.
Conoscevo queste parole e ne condivido il senso, anche se non sempre riesco ad applicarle correttamente.
🙂
ml
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Ci penso e ripenso… ma siamo davvero sicuri che sia “soltanto” questo? Io credo che dietro la scrittura ci sia un lavoro di fino, costellato da ritmo e pazienza: se ci riallacciamo all’immagine del lanciatore di coltelli, me lo immagino intento a lanciare le sue lame – come dire – tutto intorno al bersaglio, al punto da tracciarne infine esattamente la silhouette. Rendo l’idea? Il punto non è soltanto colpire il tabellone ma non il bersaglio… il punto è anche avvicinarsi molto, molto, molto alla carne, alla vita. La grazia, forse, non è “mancare”, bensì sfiorare, carezzare. Senza sangue.
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Ci penso e ripenso… ma siamo davvero sicuri che sia “soltanto” questo? Io credo che dietro la scrittura ci sia un lavoro di fino, costellato da ritmo e pazienza: se ci riallacciamo all’immagine del lanciatore di coltelli, me lo immagino intento a lanciare le sue lame – come dire – tutto intorno al bersaglio, al punto da tracciarne infine esattamente la silhouette. Rendo l’idea? Il punto non è soltanto colpire il tabellone ma non il bersaglio… il punto è anche avvicinarsi molto, molto, molto alla carne, alla vita. La grazia, forse, non è “mancare”, bensì sfiorare, carezzare. Senza sangue.
(Scusami, ho copiato quanto avevo già scritto perché – erroneamente – lo avevo pubblicato in anonimo… non so spiegarmelo!)
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Credo che ci siano mille e più modi di intendere la scrittura, e questa è solo una sfaccettatura, una linea guida “di massima” che mi sentirei di consigliare a chiunque si avvicini alla scrittura per la prima volta. Sta a noi poi decidere quanto avvicinarci al bersaglio, decidere se è arrivato il momento di “colpirlo” oppure di cambiare strategia. Il bello é che possiamo fare quello che vogliamo, senza regole vere e proprie che possano limitare il nostro sentire. La scrittura può essere una gabbia ma anche libertà: ad ognuno la sua interpretazione.
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