Ridatemi Novembre

Novembre è considerato spesso un mese un po’ “pacco”, come dicono dalle mie parti, perché a questo mese pare non esser toccato niente di speciale: non è più estate, e non è ancora inverno; il periodo delle castagne è finito, ed è troppo presto per l’albero di Natale; l’anno ormai volge al termine e si sa, è tradizione attendere il nuovo anno per lanciarsi in nuove esperienze. A Novembre i buoi propositi non si fanno….oppure sì?

Sempre nelle zone in cui vivo io, popolate da gente di mare che lavora d’estate per poi riposare d’inverno, Novembre rappresenta forse il mese più bello dell’anno. La stagione è finita e si tira un respiro di sollievo. La decompressione iniziata il 15 di Settembre ha finalmente terminato il suo ciclo lasciando liberi gli occhi di riaprirsi piano al mondo; il corpo ricomincia a percepire sensazioni che credeva dimenticate, pensieri pigri e sonnolenti si godono il lusso di vagare senza una meta. Novembre è il mese in cui la gente di mare può riprendere in mano la propria vita da dove l’aveva lasciata, in quel lontano e tiepido Aprile; sei mesi sono passati veloci come una pellicola che corre avanti a folle velocità, perché tanto nei mesi di mezzo non c’è niente di interessante da vedere.

Anche l’amore è stato messo in stand by, perché non c’è stato il tempo di dargli attenzione. Vitto e alloggio, ecco tutto quello che gli è stato concesso affinché non morisse nell’attesa che Novembre arrivasse.

Adesso che finalmente è qui, Novembre ci darà l’opportunità di rinascere un po’, di ripartire e ricominciare, anche se a volte ricominciare può voler dire passare attraverso sofferenze e difficoltà. Novembre ha il potere di aggiustarci la vita, oppure di rovinarla. Novembre non è solo un mese; Novembre siamo noi.

Se vi va, date un’occhiata al video di “Ridatemi Novembre”, il nuovo singolo dei Vostok, uscito oggi in anteprima su Billbord Italia: Ridatemi Novembre – Vostok

Non voglio sembrare bella, mi ci voglio sentire.

10956722_345124959028148_2121033553_n

“Anna stringe la cintura e più la stringe più le fa male
Sua madre dice “se bella vuoi apparire amore un po’ devi soffrire”
Ma lei in cuor suo sa benissimo quello che deve fare
Io bella non voglio sembrare
Io mi ci voglio sentire”

E’ una citazione tratta dal testo della canzone “La stagione”, dei The Zen Circus. Per chi non li conoscesse, sono un gruppo di Livorno della sfera indipendente che da molti anni tratta tematiche sociali ma anche più personali, con testi molto intensi e sinceri. Vi lascio qui il link alla canzone nel caso siate curiosi di ascoltarla: https://www.youtube.com/watch?v=JeNGfOmQCT8

La prima volta che ho sentito queste parole, ho subito pensato che centrassero in pieno un disagio che è comune a tantissime ragazze e donne di ogni età, me inclusa: fare di tutto per apparire belle ed impeccabili ma senza riuscirci mai, perché gli occhi che non riusciamo ad accontentare sono i nostri. Ci sentiamo incitate dalla società e dagli esempi che questa ci propone di seguire, ci danniamo per somigliare il più possibile a modelle e fashion blogger che hanno fatto dell’apparenza il loro mestiere, ma poi ci guardiamo allo specchio e pensiamo di non aver fatto abbastanza, di non valere niente; e quindi ricominciamo con un nuovo tentativo, una nuova crema, un nuovo taglio di capelli. Ma per quanto proveremo a fare, non ci vedremo mai belle abbastanza, perché noi, belle, non riusciamo proprio a sentirci.

I motivi sono sempre gli stessi: i media che ci bombardano con immagini perfette, photoshoppate – che poi noi lo sappiamo benissimo che di reale in quelle foto non c’è un bel niente, ma il nostro inconscio ha credenze tutte sue che ci spingono a snobbare la ragione – facendoci credere che il nostro valore intrinseco dipenda dal nostro aspetto esteriore (non potrebbero fare altrimenti: i libri di psicologia non vendono quanto le creme antirughe). Aggiungiamoci il senso di inadeguatezza che a volte ereditiamo da una storia familiare travagliata o dalle brutte esperienze della vita, ed ecco servite delle donne insicure e prive di autostima pronte a tutto pur di “apparire” perfette.

Ma se invece di correre dall’estetista, dal parrucchiere e dalla dietista ci fermassimo a riflettere anche solo un momento, ci renderemmo conto che tutto questo affannarsi dietro alla ricerca della perfezione non serve assolutamente a niente, se non a svuotare i nostri portafogli e far calare ulteriormente la nostra autostima.

Ho provato a rispondere a queste due semplici domande, e sono rimasta spiazzata dalla risposta banale che ne scaturisce:

  1. Quanto conta l’aspetto fisico delle persone che amo?
  2. Quante sono le persone che stimo soltanto perché hanno un bell’aspetto fisico?

Non si scelgono gli amici in base al loro aspetto, né amiamo meno nostra madre o il nostro compagno di vita perché non ha un fisico perfetto. Tutt’altro; spesso ci scopriamo segretamente ad impazzire per i loro difetti.

Certo, se ciò a cui si aspira nella vita è calamitare gli sguardi superficiali dei passanti facendosi gridare dietro sequele di apprezzamenti (a volte anche poco carini), allora la strada giusta è presto trovata: è sufficiente spendere tutte le proprie energie per ottenere addominali scolpiti e glutei sodi, e sperperare soldi in continui trattamenti anti cellulite, labbra finte e seni rifatti. So di donne infelici nonostante abbiano quasi raggiunto la perfezione che cercavano, ma non voglio spoilerare niente.

Probabilmente dovremmo semplicemente ficcarci in testa due o tre mantra da ripetere in continuazione per arrivare a convincerci che siamo già belle così come siamo, ma non credo che possa essere una soluzione definitiva. Inoltre, sentirsi dire “sei bella come sei” da donne che troviamo bellissime, non solo non ci aiuta, ma addirittura ci fa sentire sbeffeggiate e derise.

Credo che il punto focale non sia la bellezza, ma la convinzione che questa bellezza sia la bilancia del nostro valore: più siamo attraenti, più valiamo, meno lo siamo, più ci sentiamo insignificanti.  E’ piuttosto il contrario! Il nostro aspetto dovrebbe passare in secondo piano rispetto al mondo che abbiamo dentro e che è immenso (e spesso inesplorato). Conosco persone che hanno fatto dei difetti fisici il proprio punto di forza, persone amate e stimate nonostante la loro apparenza non rasenti neanche minimamente la perfezione tanto acclamata e ricercata dalla società odierna. Che poi, tutto sommato, al loro aspetto chi c’aveva neanche fatto caso?

Quanto l’apparenza inganna e quanto ci si può sentire soli

Brunori Sas – Kurt Cobain

Brunori Sas mi piace moltissimo, apprezzo molte delle sue canzoni per la musica e per le parole. Questa è una delle mie preferite (nel video malamente strimpellata da me al pianoforte). Vi lascio qui il testo, nel caso vi venisse la curiosità di sapere cosa dice:

Vivere come volare

Ci si può riuscire soltanto poggiando su cose leggere

Del resto non si può ignorare

La voce che dice che oltre le stelle c’è un posto migliore

E un giorno qualunque ti viene la voglia

Di andare a vedere

Di andare a scoprire se è vero

Che non sei soltanto una scatola vuota

O l’ultima ruota del carro più grande che c’è

Ma chiedilo a Kurt Cobain

Come ci si sente a stare sopra un piedistallo e a non cadere

Chiedilo a Marilyn

Quanto l’apparenza inganna

E quanto ci si può sentire soli

E non provare più niente

Non provare più niente

E non avere più niente

Da dire Vivere come nuotare

Ci si può riuscire soltanto restando sul pelo del mare

D’altronde non si può tacere

La voce che dice

Che in fondo a quel mare c’è un mondo migliore

E proprio quel giorno ti viene la voglia

Di andare a vedere

Di andare a scoprire se è vero

Che il senso profondo di tutte le cose

Lo puoi ritrovare soltanto guardandoti in fondo

Ma chiedilo a Kurt Cobain

Come ci si sente a stare

Sopra un piedistallo e a non cadere

Chiedilo a Marilyn

Quanto l’apparenza inganna

E quanto ci si può sentire soli E non provare più niente

Non provare più niente

E non avere più niente

Da dire

Vivere come sognare

Ci si può riuscire

Spegnendo la luce e tornando a dormire

Tu non tradirti mai

Svegliarsi tutti i giorni
Lavarsi i denti
Guardarsi allo specchio
I lineamenti
E scoprire che sei proprio tu
La persona che ti ha fatto ridere di più
E scoprire che sei proprio tu
La persona che ti ha fatto piangere di più
Un buon amico
Lo stronzo che ti ha mentito
Sì, sei proprio tu

A volte vorrei lasciarmi
Ma non saprei con chi altro andare
A volte m’innamoro di me
E ritorno a giocare
A volte vorrei lasciarmi
Ma non saprei con chi altro andare
A volte m’innamoro di me
E ritorno a ballare

Hey, dico a te
Dove credi di scappare
Ormai sei circondato
Dalla tua pelle
Pelle sacra, pella glabra
L’unica pelle che hai
Sotto le stelle

A volte vorrei lasciarmi
Ma non saprei con chi altro andare
A volte m’innamoro di me
E ritorno a giocare
A volte vorrei lasciarmi
Ma non saprei con chi altro andare
A volte m’innamoro di me
E ritorno a ballare

Anche se tra te e te non c’è comprensione
Anche se non hai tempo di starti ad ascoltare
Anche se una soluzione non ce l’hai
Tu non tradirti mai

Un giorno buffo di cielo assolato
Ci ritroveremo con un bel sorriso
Per aver capito poco
Di questo nostro cervello
E dell’intero mondo
Così complesso
Così spericolato

La nostra pelle – Ex-Otago