Domenica è stata una giornata bellissima. Relax, tempi morbidi, sole caldo. Così, verso le quattro, siamo partiti alla volta del mare per una lunga passeggiata in spiaggia. Ma di questi tempi, non appena il sole comincia a calare, l’umidità si fa sempre più pungente e ti spinge a metterti al riparo, in un luogo caldo e asciutto, anche se dalla spiaggia non vorresti mai venire via.
Così abbiamo deciso di andare al cinema a vedere Made in Italy, il nuovo film di Luciano Ligabue. Confesso di aver visto soltanto uno dei primi due film di Ligabue (giuro che mi rimetterò in pari al più presto), e che il primo, Radio Freccia, mi è piaciuto davvero molto. Confesso inoltre di non aver mai recensito un film in vita mia, e parlare di recensione infatti è totalmente fuori luogo. Quindi diciamo che vi scriverò il mio parere in merito da semplice spettatrice quale sono, una profana del settore che guarda alla sostanza delle cose: mi ha emozionato? E’ valsa la pena spendere 7 euro per andarlo a vedere?
La risposta ad entrambe le domande è la stessa: sì.
I personaggi di Made in Italy sono persone comuni, con lavori comuni e problemi comuni dei giorni d’oggi, ed è stata probabilmente questa la chiave che mi ha permesso così facilmente di entrare in contatto con loro. Ecco molto brevemente la macro storia alla base: Stefano Accorsi, nei panni di Riko, è sposato con Sara (Kasia Smutniak) da molti anni, “forse troppi”. Lavora da sempre in un salumificio in cui anche suo padre ha lavorato, ma giorno dopo giorno percepisce sempre di più l’assenza di uno scopo, di una speranza per il futuro. La crisi nel frattempo incombe: uno dopo l’altro i suoi colleghi vengono licenziati, e anche per lui mantenere casa e famiglia diventa sempre più complicato. La crisi però non è solo economica: è anche personale e di coppia. Si succedono vicende che fanno crollare le poche certezze con cui si era trascinato avanti fino ad allora, e lì le strade sono due: lottare e ricominciare, oppure arrendersi, fosse anche per sempre.
Non voglio svelare altro della trama…odio quando qualcuno mi rivela più di quanto avrebbe dovuto. Però posso raccontarvi le mie reazioni. Mi sono fortemente immedesimata nelle vite dei protagonisti, tanto da sorridere o star male per loro. Ho pianto, più e più volte: certe scene, supportate dalla giusta colonna sonora, mi hanno mandato in frantumi. Ma c’è una nota dolente proprio per ciò che riguarda la musica, e in merito vorrei dire:”Caro Ligabue, io lo capisco che il film è tuo, che il regista sei tu e che il titolo del film è ripreso paro paro dal titolo di una delle tue ultime canzoni….ma non era indispensabile infilare altre tue canzoni in scene che non lo richiedevano affatto, solo perchè sono tue.”.
Colonna sonora a parte, ho passato una piacevole ora e mezza. Qualche nota amara in bocca mi è rimasta, ma d’altronde la vita è così: per apprezzarla davvero, serve qualche volta anche cadere e soffrire un po’.
Ps: attori bravissimi.
Non ho mai visto un suo film, e forse anche per l’infantile pregiudizio che un regista possa essere soltanto un regista e un cantante solo un cantante… dovrei dargli una possibilità 🙂
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Sí, te lo consiglio. Accorsi tra l’altro è molto bravo (sempre secondo il mio più che modesto parere) nei ruoli che fa solitamente, quindi il merito non è tutto del regista 😋
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Radio Freccia era un film molto sincero, autentico, anche a me è piaciuto. La musica del Liga, invece, mi sembra sempre uguale a se stessa. Quindi lo preferisco come regista!
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A me il Ligabue cantante di ora non piace. Ho proprio la netta impressione che continui a fare musica soltanto perché è ciò che ha sempre fatto. Nonostante la matura età, trovo che avesse cose migliori da dire in passato. Ci sono canzoni che ancora mi fanno piangere quando le ascolto, anche se (e forse proprio per quello) non seguono le logiche della musica pop e delle masse.
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