La mia cellulite

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Ci sono momenti in cui mi ritrovo improvvisamente ad annaspare tra i flutti agitati dei miei pensieri, come una bottiglia che venga trascinata dalle correnti del mare senza possibilità di replica.  Non ricordo mai il tragitto che mi ha condotto fin lì, ed ogni volta fatico enormemente a trovare un’appiglio che mi salvi dal mare in tempesta e mi permetta di tornare a riva. Ma poi alla fine quella via di fuga la trovo sempre, e una volta in salvo rimprovero me stessa per aver perso il controllo: basta un momento di disattenzione, e la trappola è lì che mi attende a braccia aperte, instancabile.

E non mi rimprovero certo per i sogni ad occhi aperti…quelli non li faccio ormai da molto tempo….ma piuttosto per il biasimo ed i sensi di colpa a cui permetto di sopraffarmi, a cui permetto di farmi sentire inutile e sbagliata.

E pensare che tutto succede soltanto per mancanza di attenzione. Sì, è vero, ho molti difetti. Sì, a volte vorrei essere diversa rispetto a quello che sono (ma mai un’altra persona). Sì, spesso desidero di più o soltanto di meglio. Ma tutto questo accade soltanto quando lascio i pensieri liberi di fluire senza una direzione ben precisa. E in mezzo a quelle onde, senza nessuno al comando del timone, io mi perdo senza neanche rendermene conto.

E’ stancante dover sempre stare  sul pezzo, correre in avanti senza mollare mai, essere costantemente forti per non lasciarsi sopraffare dalla pigrizia, dalla malinconia, dalla rabbia o dai ricordi. Probabilmente quello che manca a me è un po’ di tenacia, un po’ di forza di volontà per andare avanti anche quando avrei soltanto voglia di fermarmi davanti ad un acquario silente e guardare l’inutile andirivieni dei pesci con i loro occhi sempre dischiusi verso il niente.

Solo ultimamente mi sono resa conto di quanto gli stimoli esterni che ho ricevuto negli ultimi 30 anni siano stati insulsi e privi di qualsivoglia contenuto. Dannosi perfino.

Per anni mi hanno esortato ad essere più pratica ed incisiva, più disincantata. Mi hanno indotto esigenze che probabilmente non mi sono mai realmente appartenute, come quella di entrare in una taglia 42 (non riuscendoci) o di essere sempre impeccabile e attenta al giudizio altrui.  Mi hanno istigato all’odio nei confronti di altre donne e di me stessa. Mi hanno convinto che non potevo accettarmi per quella che ero, che avevo bisogno di fare la dieta, di comprare il mascara che allungasse le ciglia all’infinito, di spendere centinaia d’euro in creme che cancellassero le mie smagliature e la mia cellulite. Ero persuasa dall’idea di poter diventare un’altra (più spigliata, più amichevole, più simpatica, più sicura di me, più apprezzata), e dall’idea che solo gli altri sapessero cosa fosse giusto per me e cosa invece non lo era.

E io come una cretina ho sempre seguito ogni indicazione, ogni segnale, ogni sentiero, neanche fossi Alice nel Paese delle Meraviglie. Mi ripetevo: “se lo dicono i grandi, allora sarà vero. Se lo dice la televisione, chi sono io per dissentire? Se tutti lo fanno, perché io non dovrei?”

Poi ho capito. Rendere le persone più simili tra loro, rende anche la vita e le relazioni apparentemente più omologate, semplici e prevedibili; e questo a noi umani, spesso codardi ed insicuri, fa molta gola. Siamo tutti terrorizzati dall’idea di essere considerati diversi e sbagliati, fino al punto di rischiare la solitudine.

Eppure, fare ciò che gli altri mi dicevano di fare mi ha condotto soltanto fino ai lidi più solitari che potessi mai pensare di raggiungere. Adattarmi a ciò che pareva essere perfetto per me, mi ha portato soltanto a rapporti superficiali, a conversazioni banali, a perdere interesse di fronte a  donne che parlavano della ritenzione idrica come del male assoluto in terra.

A questo punto della mia vita, ho deciso che cercherò la mia strada senza aspettarmi che sia qualcun altro a dirmi cosa fare. Ho messo in conto che la strada giusta per me possa non esistere. In quel caso, ho qui pronto un rastrello con cui segnare un nuovo sentiero sul quale condurre me e la mia cellulite.

 

7 pensieri su “La mia cellulite

  1. Ehipenny ha detto:

    Quante volte ci viene detto che siamo sbagliate, che dobbiamo cambiare, che il corpo o il carattere non vanno bene… conosco quella sensazione… ci si mette un po’ a capir quanto male facciamo a noi stesse ascoltando, ma non è semplice… poi quando si capisce, è tutta un’altra storia 🙂

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    • ilblogsenzafaccia ha detto:

      Sí, ci viene detto continuamente che siamo sbagliate, dalla gente e dai media, come un mantra…è difficile smettere di ascoltare questo bombardamento e restare fedeli a se stesse, ma mi rendo conto che è la strada migliore 😊

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