Il 2 Gennaio è stata una giornata davvero ricca e intensa a livello emozionale. La mattina abbiamo fatto in modo da essere al World Trade Center per le 9:00. Ce la siamo cavata con circa 45 minuti di fila (che non è molto se si considera che al primo tentativo, arrivando alle 11, avremmo avuto la possibilità di entrare al museo soltanto dopo le 16). Abbiamo deciso di noleggiare 2 audioguide per 8$ cadauna e abbiamo inziato la visita del 9/11 Memorial.
Nella parte iniziale, mentre si scende sempre più sotto terra, si incontrano subito alcuni pilastri in acciaio e l’ultima colonna di cemento armato lasciata volutamente in piedi a seguito dei lavori post attentato. E’ stato toccante vedere in che stato era ridotta la camionetta dei vigili del fuoco e vedere i resti della scala che è stata la via di salvezza per le poche persone che sono riuscite a sopravvivere.
Esattamente sotto le due vasche di Ground Zero, è possibile visitare due stanze piene di foto alle pareti: sono i volti più o meno sorridenti di ciascuna delle persone che ha perso la vita quell’11 Settembre. Se fino ad allora mi sentivo coinvolta ma tutto sommato tranquilla, ciò che ci sarebbe aspettato mi avrebbe del tutto spaccato il cuore.
C’è un’ampia zona del memoriale in cui non è possibile fare foto o riprese: qui è possibile rivivere il giorno degli attentati minuto per minuto, una torre per volta, guardando da vicino le foto del massacro e ascoltando le registrazioni audio più strazianti che abbia mai sentito. Non è un caso che il memoriale sia disseminato di dispenser pieni di tovagliolini di carta per permettere ai visitatori di asciugarsi le lacrime. E’ stato straziante rivedere a rotazione il video dell’aereo che entra nella torre come un coltello nel burro, come un proiettile in un uomo; è stato quasi insopportabile ascoltare le registrazioni dei messaggi lasciati ai propri cari da chi, sull’aereo dirottato dai terroristi, sapeva che sarebbe morto di lì a poco. “Ciao, volevo dirti che ti amo. Dì ai miei figli che li amo più di ogni altra cosa al mondo. Non preoccuparti, ci sentiamo appena arrivo”.
E infine è stato orribile vedere le immagini di persone che hanno preferito lanciarsi dal 102° piano della torre piuttosto che morire nell’incendio o schiacciati dal palazzo che si accartocciava su se stesso.
Davanti ad esperienze di questo tipo ti senti sopraffatto da mille emozioni: frustrazione, impotenza, tristezza, ma consiglio comunque a chiunque di visitare il memoriale una volta nella vita. E’ un luogo carico di memorie, che pur nel silenzio grida forte che New York, e con essa il mondo intero, non dimenticherà mai ciò che è accaduto in quel maledetto 9/11. Tanto eravamo coinvolti che abbiamo impiegato la bellezza di 6 ore a fare tutto il percorso, senza perdere una sola tappa dell’audioguida.
All’uscita era ormai buio, e ato che non avevamo né fatto colazione né pranzato, abbiamo deciso di cenare intorno alle 18.30 nel Whole Foods Market di Bryant Park per poi dirigerci finalmente al Mirnskof Theatre per il Musical del Re Leone (The Lion King).
Purtroppo non era concesso fare né foto né video, ma difficilmente potremo dimenticarlo. E’ stato uno spettacolo davvero maestoso ed emozionante, più di quanto potessi mai immaginare. I costumi di scena erano incredibili, tanto da riuscire, come una magia, a trasfromare un uomo in una iena, in una giraffa, in un ghepardo, con sembianze e movimenti perfetti. Ho adorato i personaggi di Mufasa, di Zazu, di Timon e Pumba, per non parlare delle iene, davvero incredibili.
Le battute del musical sono molto simili a quelle del cartone animato, quindi siamo riusciti a seguirlo bene pur non capendo proprio tutto. Davvero un favoloso regalo di compleanno che mi rimarrà nel cuore per sempre.
Alla fine del musical abbiamo acquistato qualche gadget da portare alle nostre famiglie e abbiamo approfittato del bel tempo per fare un giro nella vicina Times Square, luminosa e viva a qualsiasi ora del giorno e della notte.