In questi giorni tristi, tanto pesanti quanto inconsistenti, forse più che alla vana speranza credo sarebbe meglio aggrapparsi ai bei ricordi, che quelli almeno non li distrugge il Telegiornale con la conta inesorabile delle morti dovute al Covid-19.
È per questo che ho ripreso in mano il diario del viaggio di New York: avevo bisogno di pensare ad un ricordo felice, anche se non sono Harry Potter e non devo lanciare nessun Expecto Patronum; avevo solo voglia di ricordare com’era la vita appena prima che questo maledetto virus cominciasse a spezzare anime e rallentare il mondo attorno e dentro di noi.
Ripartirò da quel 23 Dicembre, quando un volo Norwegian ci ha portati indietro di 6 ore regalandoci, poco prima dell’atterraggio, lo spettacolo della più grande distesa di luci che io abbia mai visto da un aereo.
Una volta atterrati a NY, uno shuttle di Go Airlink (prenotato dall’Italia qualche settimana prima) ci ha condotti all’albergo. In quel viaggio durato all’incirca un’ora mi sono resa conto che se sei in grado di guidare a NY, puoi farlo ovunque, persino a Napoli (chi come me ha origini partenopee, o meglio ancora ci vive, può capire cosa intendo).
Già soltanto incontrare i primi grattacieli e scorgere da lontano Manhattan lungo il corso dell’East River è stato emozionante: per quanto artificiale esso sia, è uno spettacolo che non esiste altrove.
E vogliamo parlare del fumo bianco che esala dai tombini o delle divise dei poliziotti che ti catapultano in un attimo sul set televisivo di Gostbusther o Scuola di Polizia? Quasi volevo piangere dall’emozione.
Finalmente verso mezzanotte abbiamo raggiunto l’Aka Central Park, un albergo moderno, spazioso e pulito al di là di ogni aspettativa.
Già storditi da un primo incontro fugace con la Grande Mela, ci siamo concessi un bel sonno ristoratore che ci preparasse ad una prima giornata di scoperte.
Quindi la mattina del 24 Dicembre siamo scesi in strada tutti bardati con cappello, sciarpa e guanti, ma fortunatamente non abbiamo trovato il freddo glaciale che ci eravamo aspettati (anche se in certi momenti il vento era piuttosto pungente). Ci siamo diretti verso Sarabeth, di fronte a Central Park a due passi dall’albergo, per il primo brunch newyorkese: uova, formaggi, acqua servita in bicchieri pieni di ghiaccio e 97 $ di conto mance incluse che ci ha dato un primo assaggio del costo della vita a NY!
Per provare a smaltire gli enormi piatti golosi di Sarabeth, abbiamo deciso di incamminarci verso Times Square e Broadway: ogni cosa ci è sembrata incredibile, dai grattacieli alla vivacità delle strade agli addobbi natalizi e fin’anche ai Sabrett puzzolenti che vendevano Pretzel e hot dog lungo i marciapiedi di tutte le strade. Times Square è bella da farti restare a bocca aperta: schermi giganti talmente luminosi da illuminare il cielo, gente ferma sui marciapiedi col naso all’insù e il Ball Drop pronto per il nuovo anno in arrivo.
Nonostante ci trovassimo in una delle metropoli più grandi e affollate del mondo, non ci siamo sentiti stranieri o insicuri: ci pareva piuttosto di passeggiare nel centro di un grande paesone capace di farti sentire a casa tua anche a migliaia di chilometri di distanza. Credo che sarà questa la sensazione che più fortemente ricorderò di questo viaggio a NY.
Dopo tanto camminare, abbiamo deciso di sbirciare dentro Macy’s, un mall (centro commerciale per chi parla come mangia) di 9 piani che non siamo riusciti a vedere tutto neanche in 2 ore di permanenza! Anche perché dopo un po’ i piedi iniziavano davvero a fare male e una pausa da Starbuck’s è stata doverosa, con tanto di caffè lungo al cioccolato. Seguendo l’usanza di molti giovani newyorkesi, abbiamo raggiunto il nostro albergo con la metro (per 33$ è possibile fare un biglietto illimitato della durata di 7 giorni) e abbiamo passato un paio d’ore in camera a riposare. Dopo di che siamo ripartiti, passo dopo passo, alla volta del The Roof, una terrazza panoramica al coperto al 25° piano di un albergo in cui abbiamo preso una bevuta e mangiato un piatto di Meatball al sugo in due: buone al di là di ogni aspettativa! Il conto invece è stato caro esattamente come ce lo aspettavamo: 70 $ mance incluse.
Abbiamo voluto spendere così la nostra prima giornata a NY: bighellonando per le strade, senza mete precise, prendendoci tutto il tempo per godere del paesaggio metropolitano, degli odori, delle stranezze e della bellissima giornata di sole. Normalmente è meglio pianificare nel dettaglio un viaggio come quello nella Grande Mela, ma avendo a disposizione due settimane, almeno per i primissimi giorni abbiamo deciso di prendercela comoda.
Il mio viaggio “fai da te” a New York
NYC val bene sempre una buona passeggiata..
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